Chiudete gli occhi e pensate al Made in Italy. Cosa vi viene in mente? Moda, indubbiamente; cibo e vino; design e automobili. Così come voi, in tanti e tante avranno pensato a queste eccellenze. Il marchio Made in Italy, infatti, è il settimo marchio più noto al mondo. Nel 2010 era addirittura al terzo posto dopo Visa e Coca-Cola.
Anche Leonardo spa è una eccellenza Made in Italy, una «storia di ingegno e tecnologia italiana», come si legge sul loro sito. In effetti, è uno dei primi dieci operatori mondiali nel settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza, che realizza tecnologie all’avanguardia. Un colosso industriale che si sta trasformando in industria bellica: dal 68% di fatturato militare nel 2018, all’83% nel 2022.
Non è questo il Made in Italy di cui andiamo fieri. Per questo diciamo no alle #ArmiMadeinItaly
Leonardo si sta trasformando in industria bellica?
Nel 2022 e nel 2023 l’Italia ha deciso di spendere oltre 8 miliardi di euro per comprare nuovi armamenti. Soldi pubblici, usati in gran parte da Leonardo S.p.A. per produrre elicotteri da combattimento, torrette e cannoni per sistemi navali e terrestri, siluri, munizioni programmabili ad alta precisione e componenti per arsenali nucleari. Soldi che, invece, potrebbero essere usati per produrre elicotteri di soccorso, aerei antincendio e alta tecnologia a uso civile. Da una compagnia che è partecipata al 30,2% dal ministero dell’Economia e delle finanze.
E se Leonardo, negli ultimi 5 anni, ha concentrato l’80% della sua attività proprio nel settore delle armi, è legittimo domandarsi se si stia trasformando in un industria bellica.
L’azionariato critico di Fondazione Finanza Etica, insieme a Rete Italiana Pace e Disarmo, ha chiesto conto di ciò direttamente ai vertici Leonardo S.p.A. in occasione dell’assemblea annuale della società. In un videomessaggio di Teresa Masciopinto, presidente di Fondazione Finanza Etica, l’invito quindi a partecipare ad un evento in presenza per conoscere i quesiti posti all’attuale board della compagnia e discutere le risposte ricevute.
Ne abbiamo parlato lunedì 8 marzo a Roma, presso la Redazione di Scomodo. Guarda l’incontro.
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